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Maestri di Vita

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Written by Ilary
Cesare Maestri, pur gravato dal peso degli anni vissuti con l’intensità e l’energia esplosiva, conquistatore di vette e traguardi ritenuti inarrivabili, ha deciso che nel suo curriculum prestigioso, con legittimo orgoglio, esibito nell’auto-presentazione e nella puntigliosa elencazione delle “più importanti solitarie realizzate dl 1951 in poi”, c’era un vuoto da colmare.

Ha così deciso di scrivere il capitolo più impegnativo della sua carriera, aprendo lo scrigno prezioso dei suoi sentimenti più intimi, presentando una rassegna ragionata delle gioie, delle angosce, del dolore e delle tragedie, sia quelle evitate che quelle accadute, che hanno connotato una vita vissuta costantemente all’insegna della sfida verso se stesso e nei confronti della misteriosa attrazione per l’arrampicata. Realtà e metafora, ben rappresentata in copertina, di uno sguardo sempre rivolto in alto, alla scalata delle montagne amate e rispettate.

Cosa c’è nel libro?

Nel libro Dare un senso alla vita, Maestri, diversamente dal suo più giovane “collega” Reinhold Messner che in La vita secondo me, indugia in un soliloquio un po’ ridondante e narcisistico, sceglie il registro della memoria condivisa: attraverso la ricostruzione delle tappe più salienti, degli episodi più significativi, delle vicende più drammatiche, egli ricorda e ci presenta una galleria di amici e compagni di cordata che attraverso i loro interventi diretti, in forma di lettere e memorie, ed un ricco repertorio di documenti, danno una testimonianza personale del contributo fondamentale che Cesare Maestri ha dato nell’immediato dopoguerra alla storia dell’alpinismo.

dare un senso alla vita di Cesare MaestriNe risulta così un “effetto specchio”, ovvero il volto e la figura epica dell’alpinista trentino emergono non tanto da un testo autobiografico compiacente, bensì dalle narrazioni e dai resoconti dei co-protagonisti che hanno accompagnato e con-vissuto con l’amico Cesare sfide impegnative, conquiste esaltanti, tragedie consumate o evitate, riscontrandone in tutte le occasioni la generosità fluente, la predisposizione naturale a farsi carico del sacrificio e della responsabilità.

La Responsabilità

Quello della responsabilità è un capitolo, però, che Maestri affronta in prima persona e senza infingimenti, esplicitando il pensiero ed i principi che ne hanno fatto un protagonista assoluto e stimato del CAI, un alfiere e strenuo assertore della professionalità della Guida Alpina, lui che da oltre dieci anni è Presidente del Gruppo Guide Alpine di Madonna di Campiglio.

La schiettezza, che nel corso di una vita piena di avventure ed insidie è stata ritenuta talvolta espressione di un carattere difficile, è anche il canone per una rivisitazione critica dei numerosi frangenti che hanno aperto ferite, polemiche, incomprensioni: Cesare, da impareggiabile maestro di vita non vuole lasciare ombre interpretative sul suo passato, e ci accompagna per mano sui sentieri più segreti del suo cuore.

Egli appartiene ad una generazione di autentici eroi moderni per i quali il pudore era una virtù necessaria e quindi possiamo comprendere ed ammirare la delicatezza e la sincerità con cui ci parla.

A quale Vita deve dare un senso Cesare?

Alla Sua. Mentre parla della sua infanzia e adolescenza in una famiglia povera che ha inzuppato il pane negli stenti e negli affetti, falcidiata purtroppo da dipartite premature, della madre e degli amati fratelli.

Del suo mentore, Gino Pisoni, dei suoi idoli, Bruno De Tassis in primis, e dei suoi compagni di cordata, legati da una comunanza di emozioni e di obiettivi, sospinti da un’empatia che ha costituito la risorsa decisiva per superare le prove più dure, in particolare quella del Cerro Torre, cima conquistata al prezzo altissimo della perdita del “fratello” Toni Egger e delle polemiche velenose seguite sia alla prima scalata che a quella successiva realizzata con una “squadra” di fidati amici trentini ai quali viene tributato un omaggio commosso.

Del suo coetaneo Walter Bonatti, al quale, pur ricordando la competizione “costruita” dalla stampa, interessata ad alimentare il paragone con i grandi campioni del ciclismo come Fausto Coppi e Gino Bartali, e precisando i modi diversi di affrontare la montagna, dedica un abbraccio ideale e ne conferma l’ammirazione.

Guadagnarsi la Pace con un Ottomila

Tra i flash back di quella che Maestri definisce la “maratona della sua vita”, la ricostruzione più minuziosa, faticosa e dolorosa riguarda il Progetto, agognato e realizzato solo in parte, Shisa Pagma, un ottomila per la pace”, la formula letteraria scelta è quella del dialogo con l’adorata nipote Carlotta. Attraverso di esso la cronostoria diventa non solo la rendicontazione delle ragioni ideali, delle difficoltà organizzative e della sfortunata conclusione dell’avventura, correlata al sopraggiunto stress fisico di un alpinista settantatreenne alla prima prova di un ottomila, ma soprattutto la rivelazione delle speranze, delle sofferenze e delle tensioni, comprese quelle relazionali-affettive, che hanno accompagnato la sfida di un autentico amante e testimonial per la Pace nel mondo, desideroso di issare la bandiera su una vetta simbolo.

L’aureo e “conclusivo” libro regala anche documenti rari come gli impareggiabili articoli del giornalista amico ed appassionato di montagna Dino Buzzatti ed una postfazione che costituisce un “ritratto da vicino”, che ci vuole restituire il volto più veritiero dell’autore, sottraendola alla “superficialità dei giornalisti che per colorire spesso l’inconsistenza delle loro cronache e relazioni, si rifugiano in un’immagine roboante, atta a dare un colore comodo e facile, non importa se autentico o fasullo”.

Ragno delle Dolomiti? Ma anche NO!

Spiro dalla Porta Xydias contesta, giustamente secondo me, la riduttiva e deformante attribuzione di “ragno delle Dolomiti”, perché “umanamente Cesare è stato l’opposto del ragno, insetto poco simpatico, uso a tessere l’agguato della tela vischiosa ed attendere nascosto la cattura della preda” .

Chi di noi non vorrebbe essere giudicato con queste parole?

Cesare è stato l’opposto del ragno: si è sempre esposto in prima persona, battagliando a viso aperto per le sue idee. Contrastando se necessario le persone potenti, sbagliate, ma coerente fino in fondo con le proprie tesi. Un cavaliere dell’ideale e, se talvolta l’ideale non era quello giusto, lui, credendoci, non si tirava indietro”.

A quale Vita dobbiamo dare un Senso Noi?

In coerenza, con le considerazioni che abbiamo espresso in questa sommaria lettura di un testo che richiede un’attenzione e meditazione sicuramente più attente ed approfondite, ritengo opportuno formulare sommessamente una proposta:

Dare un senso alla vita può diventare il manifesto programmatico per la realizzazione di un Progetto che traduca la lezione magistrale di Cesare Maestri in un Centro Permanente di Formazione e Documentazione sull’alpinismo e diventi un punto di riferimento ed attrazione culturale, e perché no, turistica, per la crescente platea che cerca nella montagna un luogo pulsante di vitalità psico-fisica e di benessere spirituale.

Si discute in questi giorni di programmi e nuovi obiettivi per l’offerta turistica nel distretto di Madonna di Campiglio: probabilmente c’è bisogno di ripensarne e riqualificarne i contenuti.

Suggerisce niente l’esperienza realizzata dalla Provincia di Bolzano con i MMM, il Messner Mountain Museum?

Maestri di Vita ultima modifica: 2015-08-20T16:06:45+02:00 da Ilary

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Ilary

Ciao sono Ilary e questo è il mio blog. Mi occupo di Web Marketing Turistico, sono un Copywriter e un Social Media Specialist, specializzata nella realizzazione di siti web in Wordpress. Vivo in provincia di Trento. Conosco, amo e quindi scrivo del Trentino. Lavorando con le parole scrivo articoli ottimizzati in chiave SEO copywriting. Sono una blogger e potrei aiutarti ad avere più visibilità. Chiedimi come

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