Sei già lì pronto con la tua reflex in mano, che sistemi le impostazioni del macro, così che le foto che scatterai agli splendidi fiori di montagna, animeranno i muri della tua stanza… aaaah, io, fossi in te, metterei la reflex nel cassetto e mi doterei di una gopro, tanto, potrai agganciarla anche sul caschetto.
Caschetto? Per andare a vedere dei fiori? Non essere impaziente, ora ti spiego tutto!
Il Sentiero dei Fiori, non è un Sentiero dei Fiori!
Non lasciarti ingannare dal nome, sì certo, potrai vedere anche degli splendidi fiori di alta montagna, ma qui stiamo parlando di un’alta via attrezzata, una ferrata che si snoda in quota a un’altitudine media di 3000 metri. Si tratta di un sentiero, utilizzato dagli alpini durante la Prima Guerra Mondiale come collegamento tra le varie postazioni sulle creste delle montagne.
Il Sentiero dei Fiori, il tracciato completo che va dal Passo del Castellaccio a Passo Pisgana, dà la possibilità a chi lo percorre di interrompere in 4 punti diversi il percorso, per un crescendo di difficoltà.
Noi ci siamo limitati a fare solo il primo tratto, il più frequentato e più “facile”, poi dipende dai punti di vista… Ora ti racconto tutto per bene, immagino vorrai sapere un po’ di cose, quindi cominciamo.
1. Dove si trova il Sentiero dei Fiori?
Per fare il Sentiero dei Fiori devi raggiungere il Passo del Tonale. Una volta arrivato, parcheggia l’auto alla partenza dell’impianto di risalita e con la funivia sali al Passo Paradiso. Da qui si parte alla volta del sentiero n. 44 che passa vicino al monumento dei caduti e prosegue fino al Passo del Dito e al Passo del Castellaccio.
In circa un’ora e un quarto di cammino, dove si alternano grossi massi a tratti di sentiero fino al Passo del Castellaccio, si raggiunge il punto di partenza dove inizia il Sentiero dei Fiori, a 2960 m di altitudine.
2. Come equipaggiarsi?
E’ una ferrata perciò dovrai portare con te quanto segue:
- imbrago specifico per le arrampicate
- caschetto d’arrampicata
- set da ferrata: longe, moschettoni e dissipatore
- corda
- zaino
- scarponcini
- guanti
- l’abbigliamento specifico per affrontare una classica escursione di trekking consapevole del fatto che il tempo a queste quote può improvvisamente cambiare
- cartina della zona
- torcia
- ramponi
- piccozza
3. Inizio del Percorso:
Una volta giunti al Passo Castellaccio non ci resta che indossare la nostra attrezzatura e partire. Dopo pochi metri troviamo già la prima zona di artiglieria, dove inizia il sentiero attrezzato con catena e cordino di acciaio, al quale ci assicuriamo prontamente.
Durante il primo tratto, il percorso è caratterizzato da un dolce sali-scendi, dove potrai aiutarti con le staffe metalliche che sporgono dalla roccia, mentre nel secondo pezzo, troverai diverse passerelle di legno che ti accompagneranno verso “Le Passerelle” nel punto chiamato Gendarme di Casamadre…
Volendo c’è un altro percorso alternativo. Si tratta del Nido dell’Aquila, una postazione di vedetta, ora spettacolare punto panoramico. Per raggiungerla si sale, lungo la roccia, in forte esposizione, aiutandosi con le staffe metalliche, poi si ritorna sul percorso e passate le ultime passerelle si arriva sempre al Gendarme di Casamadre… Sei pronto?
Qui partono due passerelle metalliche, lunghe 75 metri la prima e 55 metri la seconda, di recente costruzione, sospese nell’aria che collegano una cresta all’altra.
Se non te la senti puoi sempre passare dal tunnel, costruito nel 1918 lungo 67 metri, ci si può accedere direttamente prima della passerella più lunga. Vedi perchè ti ho detto di portare la torcia, meglio ancora il frontalino così hai entrambe le mani libere.
Dopo le passerelle inizia un breve tratto di salita, sempre attrezzato, grazie al quale raggiungerai il punto più alto del sentiero. In questo punto è facile trovare ancora della neve ed è possibile che la corda sia inutilizzabile, perciò ti ho consigliato di portare corda, ramponi e piccozza, potrebbero esserti utili. A noi non sono serviti, era fine luglio e fortunatamente il sentiero era totalmente agibile.
Da uno punto panoramico molto bello, prosegui ora sul sentiero non più attrezzato, risali poi alcune roccette attrezzate, quindi ti cali su un sentiero che comodamente ti accompagna alla Capanna Lagoscuro, meglio conosciuta come “Bivacco Amici della Montagna” sotto la cima del Corno Lagoscuro (3165 m) che poi noi abbiamo raggiunto.
Il bivacco noi lo abbiamo trovato aperto, anche se solitamente lo è quando ci sono i responsabili. Dentro c’era anche il fuoco acceso! Che piacere trovare in un luogo così impervio, una montagna così ostile, un posticino così caldo e amichevole.
Usciti dal bivacco siamo saliti al Corno Lagoscuro, un altro posto di vedetta per i soldati della Grande Guerra, dal quale si ammira un panorama incredibile!
Siamo ormai vicini alla conclusione del primo tratto del Sentiero dei Fiori. Scendendo infatti in direzione del Passo Lagoscuro, trovi la segnaletica. Da qui puoi:
- Scendere in direzione Capanna Presena (1 ora) evitando il ghiacciaio;
- Proseguire verso Passo Lagoscuro e in 40 minuti raggiungi le fortificazioni del Passo (2970 m);
- Calarti in direzione Passo Lagoscuro (1 ora) e successivamente risalire Passo Maroccaro (35 minuti) raggiungendo il Ghiacciaio e il nevaio Presena;
- Proseguire fino a Cima Payer in circa 30 minuti, terminando così l’intero percorso del sentiero.
- Proseguire verso il ghiacciaio del Pisgana per ancora 1,30-50 mn arrivando al P.sso Pisgana dove si scende quasi fino ai piedi del ghiacciaio del Mandrone. Da qui la segnaletica ti conduce al Rifugio Mandron o Citta di Trento. Un percorso molto impegnativo poco frequentato ma bellissimo. Lungo l’itinerario troverai 2 ferrate facili con catene. Sottolineo che il sentiero è assai impegnativo e di lunga durata. Persino i ragazzi di vieferrate.it hanno impiegato circa 9 ore per arrivare al Rifugio Mandron ed hanno pernottato il giorno seguente il rientro da Passo Maroccaro.
Noi abbiamo optato per la 3° opzione. Abbiamo attraversato il Ghiacciaio Presena, trovando sul nostro cammino il filo spinato che gli alpini mettevano per ostacolare il passaggio dei nemici, e diversi ordigni della Grande Guerra, che raffiorano dopo un secolo causa il continuo ritirarsi dei ghiacciai.
Giunti all’arrivo della funivia a Passo Paradiso, abbiamo visitato il piccolo Museo, una galleria storicamente scavata nella roccia per scopi militari durante la guerra, dove èstato realizzato uno spazio espositivo ed informativo, sul tema della Guerra Bianca sulle montagne ed i ghiacciai del Tonale. Nella galleria, lunga 60 metri, si possono sentire i rumori e gli spaventosi suoni che riroducono le raffiche delle mitragliatrici ed i bombardamenti.
Qui sono custoditi anche alcuni reperti bellici. Un percorso seppur breve, molto toccante che ti consiglio vivamente.
4. Con chi andare e quando?
Ultimo importante punto. A chi è adatto questo percorso? Nonostante sia una via alpinistica facile, almeno il pezzo che abbiamo fatto noi, resta pur sempre una via alpinistica, che va quindi fatta con la giusta consapevolezza. Noi eravamo tutti adulti, ma dietro di noi c’era anche un bambino di 10 anni a fare lo stesso percorso, perciò se non soffri di vertigini e ti senti portato a fare esperienze di questo tipo, ti consiglio vivamente questo percorso.
Il periodo giusto va sicuramente da metà giugno ai primi giorn di settembre, se non si vuole trovare neve. Poi dipende ovviamente molto dalle condizioni climatiche del momento.
Direi che giunti a questo punto possiamo anche salutarci. Se ci sei già stato, e magari hai scelto un percorso diverso dal nostro, mi farebbe piacere se me lo raccontassi! Se hai piacere di darmi qualche consiglio, può farmi solo piacere!
Mi dispiace ma devo correggerti..è una cosa che non mi piace ma devo farlo.
C’è una 5^ possibilità..cioè dove veramente termina il sentiero dei fiori.
Dopo la tua quarta uscita prosegui verso il ghiacciaio del Pisgana ancora per 1,30-50 mn e arrivi al P.sso Pisgana dove si scende quasi fino ai piedi del ghiacciaio del Mandrone…qui trovi segnaletica o ometti che ti postano al Rif. Mandron ..o Citta di Trento.
Percorso molto impegnativo poco frequentato ma bellissimo…sul percorso trovi 2 ferrate facili con catene. Ripeto..è assai impegnativo di lunga durata a noi (vieferrate.it) ci sono volute circa 9 ore per arrivare al Rif. Mandron..abbiamo pernottato e il gg dopo rientro da passo Maroccaro.
Se ti interessano maggiori info in questo link le trovi
http://www.vieferrate.it/pag-relazioni/lombardia/53-gruppo-adamello/102-fiori.html
Ciao e..buone montagne
Ciao Silvan, non ti preoccupare, e anzi grazie mille per la tua precisazione! Sinceramente non sapevo di questa 5° opzione, mi impegno a correggere l’articolo, al fine di garantire un’informazione migliore ai lettori! Ti ringrazio tanto e … Buone montagne anche a te! Ilary
ciao Ilary, c’è la possibilità di trovare una volta arrivati al passo paradiso qualcuno con cui aggregarsi per la ferrata? Perché da quelle parti non sono mai stato! Grazie Mario
Ciao Mario, qualcuno a cui aggregarsi dipende! Certo è che questa ferrata è molto frequentata da quando diventa agibile fino a quanto il tempo atmosferico la rende impraticabile, perciò penso sia difficile non trovare nessuno che la faccia se la giornata è buona. Per essere sicuro potresti chiedere alle guide alpine Val di Sole eventualmente, faresti gruppo con loro!
Comunque ottima scelta, quest’anno vado a rifarla pure io, bellissima!!!
Fammi spaere
Ilary
Grazie, gentilissima
Figurati Mario, un piacere!
Buona serata 🙂
Anche a te, scusami Ilary come devo fare per iscrivermi?grazie
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