Sarebbe impossibile, ma anche ingiusto includere in un solo articolo tutti i borghi rurali delle Terme di Comano. Sicuramente avrai sentito nominare ancora questa località, per via delle terme curative indicate a chi soffre dei disturbi della pelle, psoriasi, dermatiti… Ma oggi sono qui a parlarti di tutt’altro…
Si da il caso infatti, che in questa zona ci sia un’elevata concentrazione di pittoreschi borghi rurali, perfettamente conservati ed affascinanti, ma purtroppo tante volte ignorati o peggio ancora sconosciuti. Per questo motivo ho deciso che, visto che ciascun borgo ha la propria storia e le proprie caratteristiche, ognuno di loro su questo blog, avrà il suo momento di gloria, una sorta di riscatto.
Oggi parliamo di Rango
Considerato uno dei borghi più belli d’Italia, con le sue antiche dimore costruite una accanto all’altra, collegate tra loro dai tipici portici, le cosiddette “androne”, Rango non solo rispecchia il vivere di un tempo antico, ma forse proprio perché anch’io sono nata in un paese molto simile a questo, lo reputo il vero volto della montagna.
Quando pensi alla montagna e chiudi gli occhi cosa vedi? Ovviamente le piste da sci, la neve… La mia montagna invece è fatta di odori che ormai si sentono sempre più raramente, come il profumo del fieno, è fatta di sfrenate corse nei prati, di stradine strette e ciottolate… Quando si parla di Rango, ecco, io in questo paese riconosco la montagna, in questo paese riconosco casa mia.
L’origine del nome e la sua storia
Il nome Rango deriva dalla parola celtica “randa” che significa “limite”, non a caso visto che si tratta sia dell’ultima frazione prima del passo Durone che il limite stesso della pieve del Bleggio. Per secoli questo paese incastonato nella montagna è stato un punto cruciale, una stazione di posta e l’unico collegamento tra la Busa di Tione e la zona del Lago di Garda. Nonostante si sia rivelato sicuramente un bene nel nostro presente, la realizzazione della strada di collegamento tra Tione e le Sarche, nel 1870 fece cadere Rango, ormai non più porto di passaggio, in un lungo periodo di declino che terminò con l’avvento del turismo nel nostro territorio.
Andiamo a vedere Rango da vicino…
Case in pietra intrecciate tra di loro, ponticelli che un tempo conducevano all’aia (ecco un’altro profumo che mi manca).. Corti e passaggi sotto le case, realizzati sia per ripararsi dalle intemperie, sia per riuscire a divincolarsi tra queste case… case che rispecchiamo un grande senso di umiltà, di aiuto vicendevole… Perché i nostri avi costruivano le case una accanto all’altra? Perché le risorse erano poche e si cercava di darsi una mano l’uno con l’altro, anche semplicemente costruendo un muro in comune. Oggi?? Sei anche tu uno di quelli che sta alla finestra sperando che la dirimpettaia si affacci perché non vedi l’ora di salutarla… Vero??
Il punto focale del borgo è la sua piazza sulla quale si affacciano finestre e balconi abbelliti da rossi geranei, con la grande fontana di granito al centro, alla quale un tempo si abbeveravano greggi di pecore. Tra le strette viuzze ancora oggi possiamo ammirare alcune rievocazioni di antichi lavori, come l’arrotino “el moleta” o il calzolaio “el calièr”, mestieri al giorno d’oggi purtroppo scomparsi.
Proprio perché Rango desidera far respirare ai suoi visitatori l’atmosfera di tempi passati, nel borgo possiamo visitare anche il Museo della Scuola, dove sono custodi il materiale didattico e molti oggetti della prima metà del ‘900.
I Mercatini di Natale di Rango
Un’ottima occasione per visitare questo borgo nel suo massimo splendore, è sicuramente durante le vacanze natalizie. A dicembre infatti, come in molte altre località del Trentino, possiamo visitare i Mercatini di Natale. Durante questa affascinante manifestazione, nel paese si raccolgono contadini, vignaioli e artigiani per far assaggiare i propri prodotti e ad esporre i propri manufatti. Inutile descrivere l’atmosfera durante questo periodo di festa, posso solo invitarti a viverla personalmente…
Consiglio, anzi, obbligo!
Non andartene da qui senza prima aver percorso l’antica strada romanica all’orma di vecchi voci, uno dei percorsi più antichi e suggestivi del Bleggio. Questa strada, ancora oggi, è delimitata dai muri a secco e dalle famose “laste” in granito e tonalite, pietre presenti in grande quantità nel nostro territorio.
Ricapitolando…
Assolutamente da vedere quindi sono:
- la bifora rinascimentale all’ingresso del borgo
- la grande fontana in granito
- l’antica strada romanica
- il Museo della Scuola
- durante il periodo natalizio, i Mercatini di Natale
Il piatto forte…
Non potrei andar via senza almeno nominare questo delizioso quanto raro dolce tipico… Sto parlando della Nocetto, il salame alle noci, tipico della zona del Bleggio dove fin dal XVI secolo si coltivano le noci, che dal gradevole gusto, si distinguono per le loro dimensioni ridotte e un’insolita forma allungata. Raccolte rigorosamente a mano durante la seconda metà di settembre, le noci vengono lavate e lasciate poi essiccare nelle soffitte arieggiate delle case. Amante delle noci quale sono, ovviamente ti consiglio di assaggiare anche il liquore sempre frutto di questa splendida terra, il Nocino. E allora… Cin Cin! Un brindisi a questo borgo speciale!
E tu cosa ne pensi?