Le Dolomiti di Brenta, con le loro tante facce tutte diverse, nascono su versanti erbosi e selvaggi valloni ed arrivano fino a 3000 metri di altitudine tra eleganti vette rocciose, vedrette e canaloni di ghiaccio… E’ tra queste spettacolari montagne che troviamo una delle più celebri pareti, conosciuta e frequentata dai più esperti alpinisti fin dal lontano 1910. Sto parlando del Croz dell’Altissimo.
Cos’è il Croz dell’Altissimo?
Partiamo dalla parola “Croz” un termine del dialetto trentino che significa sasso. Il Croz dell’Altissimo si affaccia e si specchia sullo splendido Lago di Molveno, circondato da fitti boschi si erge in tutti i suoi 2339 metri. A nord scende con pendii di erba e ghiaia di moderata pendenza, ma precipita verso la Valle delle Seghe con una gigantesca parete alta 900 metri e larga più di 2 km. Questo signori miei è il paradiso degli arrampicatori, quelli veri che di pareti ne hanno viste davvero tante…

Croz dell’Altissimo
Dove si trova la Valle delle Seghe?
La Valle delle Seghe è una delle più belle valli del Brenta, frequentatissima dagli escursionisti che risalgono da Molveno e che per vedere il cielo devono guardare davvero molto in alto… Anche l’orso evidentemente, come nel caso del Lago di Tovel, è un amante dei luoghi più straordinari dal punto di vista paesaggistico, infatti anche questa zona è il suo regno, la sua casa. La sua presenza in questo posto gli conferisce un ulteriore straordinario fascino.
Facciamoci una cultura…alpinistica!
La storia del Croz dell’Altissimo come ti ho anticipato prima inizia nel 1910 grazie a Angelo Dibona che insieme al collega della Val di Fassa Luigi Rizzi e ai viennesi Guido e Max Mayer, affronta la muraglia sulla verticale della cima.
Salendo, oltre alla difficoltà in se’ della parete, di 4° e 5° grado, si aggiunge anche la difficoltà di orientamento, tra colate di acqua e sassi che cadono, ma Dibona supera un enorme strapiombo intagliato da una fessura orizzontale, un passaggio espositissimo, che acqua e fango rendono ancora più impegnativo, oggi addomesticato da alcuni chiodi.
L’impresa di Dibona e i suoi compagni, che suona come una leggenda se si pensa all’attrezzatura con cui questi prodi scalatori si arrampicavano su per la montagna, ha reso molto famosa questa vetta, che grazie alla sua esposizione a sud e la quota, la rendono accessibile anche nella tarda primavera e in autunno. Accessibile sì, chiariamo ovviamente non a tutti! La muraglia e le sue difficoltà, limitano il numero dei candidati alla salita…
Furono altri gli alpinisti che lasciarono la firma su questa montagna risalendone altre parti ed aprendo vie diverse. Ma soprattutto gli arrampicatori trentini legarono il loro nome al Croz, trentini come Marino Stenico che salì nel 1942 il pilastro di desta della parete, Cornelio Fedrizzi e Matteo Armani e anche negli ultimi decenni le pagine più belle di questo libro sono state scritte dai locali. Sono trentini anche gli alpinisti Pegoretti e Covi, che con la via Orso Grigio superano la soglia di difficoltà di 7° grado. Uno di loro, la guida Felice Spellini, è da anni il gestore del Rifugio Croz dell’Altissimo.
Agli ammiratori tutto è concesso…
Non occorre essere alpinisti provetti per ammirare questa maestosa parete , che incombe con uno straordinario slancio sulla strada di fondo valle e sui sentieri che collegano a mezza costa con gli impianti di risalita del Pradèl. Quando la cabinovia e la seggiovia sono in funzione, ti consiglio di utilizzarli per la risalita per poi scendere a piedi fino a Molveno.
Dal paese in pochi minuti si sale in cabinovia al Pradèl, godendo di un magnifico colpo d’occhio sulle vette più famose del Brenta, a iniziare dal Campanil Basso. Anche il comodo viottolo a mezza costa, raggiunto a destra dal Sentiero delle Grotte che scende dal Rifugio La Montanara e passa alla base della parete del Croz, permette di entrare nella Valle delle Seghe ed offre panorami mozzafiato. Superati un tunnel e un tratto un po’ aereo, ma tranquillo, il sentiero è sempre comodo, puoi raggiungere il Rifugio Croz dell’Altissimo a 1480 metri di quota.
Se te la senti puoi proseguire ancora un po’… Ti consiglio di attraversare il torrente e di proseguire per un sentiero che risale dei ripidi pendii di erba e terra, passerelle fino al terrazzo erboso, circondato dal bosco di abeti, che ospita il Rifugio della Selvata, altro spettacolare punto di osservazione sulla parete a quota 1630.
Torna per la stessa via al Rifugio Croz dell’Altissimo e segui la sterrata di fondovalle della Valle delle Seghe che offre l’ennesimo splendido panorama sul Croz dell’Altissimo. Dopo aver guadato il torrente, il tracciato si abbassa via via a svolte, attraverserai un pianoro ed entrerai in una stretta e meravigliosa forra rocciosa. Troverai poi l’Hotel Ciclamino a 890 metri e una stradina a mezza costa ti riporterà a Molveno.
L’anello del Pradèl al Rifugio Croz dell’Altissimo con ritorno per la Valle delle Seghe, richiede dalle due alle due ore e trenta minuti di cammino. Se prosegui invece fino al Rifugio Selvata calcola circa un’ora in più.
Il Rifugio Croz dell’Altissimo
Il Rifugio, dal nome omonimo della vicina cima, è aperto durante la stagione estiva, da maggio fino a ottobre.
Per avere ulteriori informazioni o per fermarti a mangiare (offre ottimi piatti tipici), contatta i gestori:
Tel. 339 79 82 922
Tel. 347 11 84 459
E tu cosa ne pensi?